(Reuters Health) – L’esposizione fetale alle infezioni sarebbe associata a un aumentato rischio a lungo termine di autismo e depressione, sulla base di quanto emerge dai risultati dei registri svedesi.Diversi studi hanno collegato particolari infezioni a rischi elevati per tutta la vita per alcuni disturbi psichiatrici, ma non è ancora noto se l’infezione e l’infiammazione materne possano alterare il neurosviluppo fetale in un modo tale da aumentare il rischio per un ampio spettro di condizioni psicopatologiche nel corso della vita del bambino.
Lo studio
Benjamin Al-Haddad e colleghi, del Seattle Children’s Hospital e dell’Università di Washington – hanno focalizzato il proprio lavoro sul rapporto tra l’esposizione fetale a qualsiasi infezione materna durante il ricovero in ospedale e l’aumento del rischio di una successiva diagnosi di autismo, depressione, disturbo bipolare o psicosi tra la prole.Tra i 4,3 milioni di neonati seguiti fino a 41 anni dopo la nascita, i ricercatori hanno registrato un rischio aumentato del 79% di una diagnosi di autismo e un aumento del rischio di una diagnosi di depressione del 24% tra quelli esposti a qualsiasi infezione materna durante la gravidanza.
Al contrario, l’esposizione fetale a qualsiasi infezione materna non è stata associata a un aumentato rischio di disturbo o psicosi bipolare, inclusa la schizofrenia.In una sottoanalisi per tipo di infezione, l’entità dell’aumento del rischio di autismo e depressione era simile, indipendentemente dal fatto che l’esposizione fosse stata a una grave infezione materna o a un’infezione urunaria.
Come convalida esterna, i ricercatori hanno scoperto che il rischio cumulativo di morte per suicidio tra gli adulti esposti a infezione durante la vita fetale era anche significativamente maggiore rispetto agli individui non esposti, il che rispecchia i risultati del registro ospedaliero per la depressione.
“Le infezioni durante la gravidanza possono avere effetti neuropsichiatrici a lungo termine sul feto – ha concluso al-Haddad – Ogni donna incinta dovrebbe ricevere il vaccino antinfluenzale ed essere sottoposta a screening e trattamento per infezioni urinarie. Questi risultati si sono verificati nella popolazione sana svedese con un’assistenza sanitaria universale di alta qualità. Se questi risultati sono generalizzabili, suggeriscono che nelle popolazioni con malaria endemica prenatale e mancanza di cure prenatali, il carico risultante di malattia neuropsichiatrica può essere drammaticamente più alto”.
Fonte: Jama Psychiatry 2019
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Nutri&Previeni)